Vangelo del Giorno

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 6,60-69.


In quel tempo, molti tra i discepoli di Gesù, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?».
Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza?
E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?
E' lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita.
Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito.
E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio».
Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?».
Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna;
noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».


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Commento di Santa Ildegarda di Bingen (1098-1179), badessa benedettina e dottore della Chiesa
Dall'inizio alla fine di ogni azione l'anima deve venerare con pari zelo i sette doni dello Spirito Santo. All'inizio dell'azione, accoglie la sapienza, che possiede al termine del timore e conserva nel coraggio-forza del cuore-, nelle cose celesti si avvale dell'intelletto e del consiglio, mentre nelle cose terrestri della scienza e della pietà: queste ultime devono essere accolte con gran rispetto, poiché sono il suo sostegno. Vegli quindi l'anima prima di tutto ad aprirsi alla Sapienza per richiudersi, al termine dell'azione, con riservatezza e pudore; nell'intervallo ella si armi di fortezza grazie all'intelletto e al consiglio, e si fortifichi egualmente con la scienza e la pietà.

Il movimento dell'anima ragionevole e l'azione del corpo, secondo i cinque sensi, seguono una sola e medesima via, perché l'anima non muove il corpo più di quanto è possibile, e il corpo non fa se non ciò che l'anima mette in movimento. I diversi sensi non si separano l'uno dall'altro, si sostengono fra loro con grande decisione e illuminano interamente l'uomo al fine di condurlo sia verso l'alto che verso il basso, secondo le scelte dell'anima.

La scienza dell'anima provoca lacrime di pentimento quando i peccati la raffreddano. Poiché la costanza nel retto comportamento le porta, oltre le buone opere, il calore di desideri superiori. Le altre virtù vengono in aiuto alla fortezza per comunicare al credente l'umore della santità - la grazia santificante -: l'anima si trova penetrata dalla rugiada e dal calore dello Spirito Santo, controlla la carne e la conduce a servire Dio con lei... Allora tutte le facoltà interiori portano energia all'anima umana per servirla. Così quando l'anima abbandona i peccati per compiere ciò che è giusto, si eleva pur continuando a seguire la ragione.


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